Ready Player One

...non avete scelta: Insert coin. Ready Player One

Recensione

“Tre chiavi, ognuna una porta aprirà Che il valor dei viandanti provare potrà Chi le ardue prove superare saprà Giunto alla fine, il premio avrà”

Siamo nell’anno domini 2045. Il mondo è ormai un habitat avvelenato da emergenze energetiche, catastrofici mutamenti climatici, povertà, carestie e nuove malattie. Un mondo in cui spietatezza, avidità e guerre hanno raccontato i contorni degli ultimi anni, definendo i videogiochi come l’unica cosa in grado di rendere sopportabile la vita stessa. Infatti, per sfuggire dalla quotidianità, milioni di persone finiscono per rifugiarsi nella realistica finzione di Oasis, un gioco multi-giocatore on line evolutosi in realtà virtuale. Un avvolgente ambiente di gioco in cui le persone trascorrono gran parte del loro tempo, semplicemente indossando visore e guanti aptici.

Seguendo le più classiche strutture narrative definite da Vladimir Propp, la cosiddetta “rottura dell’equilibrio iniziale” ha principio con l’inattesa morte di James “Anoak” Halliday, Deus ex machina di Oasis.

Poche ore dopo il triste annuncio, la diffusione di un cortometraggio ricco di riferimenti alla cultura pop anni Ottanta, ufficializza un’incredibile decisione: lasciare la sua immensa fortuna economica a colui che sarà in grado di trovare tre chiavi con le quali poter superare le tre porte nascoste all’interno dello sterminato universo creato da Anoak. Così, nella speranza di ridefinire le proprie chimere, milioni di giocatori danno inizio ad una grande caccia.

A narrare in prima persona la ricerca dei misteriosi easter eggs è Wade un giovane ragazzo alle prese con una vita reale piuttosto difficile, da cui si allontana proprio grazie ad Oasis, all’interno della cui non-realtà frequenta la scuola, incontra amici, vede film, legge libri e (ovviamente) gioca a videogiochi di ogni tipo. Sarà lui a trovare la prima chiave, ma non tutto andrà come preventivato. I nemici sono alla porta, armati di cinismo e spietatezza, reale carburante dell’avidità, perché quella narrata non è altro che una guerra per il controllo del futuro.

Il libro, edito da Dea Planeta Libri, grazie alla traduzione di Laura Spini, ci racconta circa 450 pagine di un romanzo ideale per i cosiddetti young adults, ma di certo perfetto per tutti coloro che amano la fantascienza, la distopia e l’avventura. Una narrazione straordinaria, definita da fluidità, dinamismo e inventiva, in cui trovano posto un’infinita serie di citazioni musicali, filmiche e ludiche, qui piacevolmente legate agli anni popolati dall’Atari di Pitfall, Pacman e Asteroids. Vi ritroverete a bordo di una DeLorean pronti a viaggiare nel tempo, armati della voglia di scoprire (o riscoprire) il passato, immergendovi tra le scene di “War games” e “Casa Keaton”, ascoltando i Rush e “Wild Boys”, ritrovandovi tra le mani i dadi poliedrici di D&D.

Insomma… se siete stati nerd, se siete indefessi geek (proprio come Ernest Cline), o più semplicemente se siete amanti della fantascienza, non avete scelta: Insert coin. Ready Player One

Loris Gualdi